Altro che guardarti inciampare in parole di seta, svolgere riccioli già sciolti, cercare quarti di luna in pomeriggi ciechi. E’ che non ce n’è, non ce n’è… il problema è solo trovare i sensi, i profumi. Intensità laddove ritraevi lo sguardo annoiato.
E’ che mio padre si sdraiava sul divano ed ora ci sono io ad annoiarmi guardando macchine che corrono in cerchio.
E’ che per questo Toro non è ancora l’anno buono.
Poi incontro un’altra vicina. Entra dopo di me, l’aspetto per non farle
perdere l’ascensore. Pelliccia nera, pesante, a sfidare questo primo
calore. Frasi mordicchiate e lasciate lì, "ma vive nel palazzo?" –
chiede. "Si", rispondo. Poi più nel dettaglio, a frugarmi la vita: "a
che piano?". "All’ultimo", butto lì la frase distrattamente, senza
darci peso, come fossero solo suoni e non parole e lei, che invece sa
sentire e non solo subire i suoni, mi risponde "bravo".
E diamine, sono contento. Sorride. Anch’io. E capisco che questo nostro
parlare non è privo di senso, di sapore a saperlo cercare, a darci una
leccata. E così scendo felice da quello scatolotto di metallo che va su
e giù a comando. La vecchia nel suo appartamento al primo piano, io,
che sono bravo, al sesto. Diventa anche più facile invecchiare in un
giorno così.
Mi sembra di essere stato in vacanza in questa settimana, a dividere
casa con Ciube per cinque giorni. A girare con lui, a grigliare a casa
del Capo, a farsi tre giornate di Goliardia. In attesa delle
matricolari di Pisa, Bologna e Torino.
:)
buon cumple vecchio!