L’altro giorno, disteso sui cuscini verdi in cucina riflettevo sull’Universo e mi è venuta (ahimè!) l’ispirazione per un racconto/libro che chiamerei "Coscienza ultima". Ovviamente non lo scriverò mai ma se lo facessi l’inizio sarebbe questo:
All’ennesima birra segue inevitabilmente l’ennesima sigaretta. Si tratta solo di indossare il giaccone, farsi strada verso l’uscita e fatto un passo fuori dalla porta estrarre l’ultima "bionda" dal pacchetto. E’ questo il momento migliore. Poi l’accendino svolge con sicurezza il suo compito e il fumo inizia la sua lenta opera di demolizione dei miei polmoni. Un paio di pensieri abbozzati accompagnano il consumarsi della sigaretta. Sta già assaporando il filtro quando il ragazzo che è appena giunto davanti al locale mi rivolge la parola: "Hai una sigaretta capo". No che non ho una sigaretta sarebbe una buona risposta ma non v’è traccia della dovuta cortesia, quella inculcatami da una buona educazione perciò quando rispondo le parole che pronuncio sono: "no, mi dispiace". Mi volto, il pensiero è già rivolto al ritorno al tavolo. In particolare alla biondina che ho osservato, con discrezione, per buona parte della serata. Il brusco richiamo e una mano che mi afferra una spalla: "allora, dammi cinque euro così me le compro", arriva inattesa la richiesta. Suona così illogica. Qualche attimo, la mia faccia sorpresa. Le parole non le trovo. Lo spintone che ricevo credo abbia lo scopo di aiutarmi a giungere ad una conclusione; alla svelta possibilmente. "No, scusa. Non ho nulla". Una lunga attesa e una risposta così poco soddisfacente causano una reazione scomposta. Un pugno colpisce il mio mento. E mi ritrovo a pensare che dovrei smettere di fumare mentre inebetito osservo la traiettoria, lentissimamente percorsa, che porta la sua mano chiusa verso di me.
E poi bisogna esercitarsi ogni tanto a scrivere giusto per il gusto di farlo, al di là dei penosi contenuti…
uhhhhh questo è il post che non mi piaceva! quanto tempo…
Quanto tempo si :) E’ bello che tu mi legga ancora