Dunque.
Come i fedeli lettori sapranno arrivato qui ho scoperto che non ero nelle liste per ottenere una sistemazione tramite l’università. E l’avevo scoperto dopo aver sperimentato quanto infruttuoso fosse provare a contattare chi aveva una stanza libera dichiarandosi da subito uno studente italiano. Cinquanta mail spedite, tre risposte ottenute di cui solo una positiva, nel senso che mi davano almeno la possibilità di visitare la casa. Ovviamente poi ero stato scartato.
Nel frattempo però mi ero convinto che vivere ad HaDiKo: il più grande studentato autogestito della Germania, fosse la soluzione migliore. Sabato ho avuto un’intervista. Dentro o fuori. I rumors (ottenuti direttamente dall’ex-capo della commissione che sceglie chi accettare) dicevano che parlando in inglese avrei avuto misere chance. La concorrenza era comunque molto alta: tanta gente, pochi posti. E ovviamente, in una sede di università tecnica, la precedenza andava alle donne. All’intervista ci si sentiva un po’ come quei cagnolini che al canile cercano di attirare l’attenzione per essere scelti. Divisi in gruppi in una stanza ti fanno domande a raffica, attorno hai i rappresentanti di ogni piano che cercano di accaparrarsi i candidati che gli sembrano più divertenti e ridono della timidezza, delle incertezze nella lingua dei vari miserabili che provano ad arrabbattarsi.
Alla fine il capo commissione mi ha detto che nel mio caso non è stato affatto difficile scegliere e diverse persone mi hanno chiesto di andare nel loro piano. Il mio spettacolino, le mie battute hanno funzionato oltrepassando i limiti dell’inglese. Mi sembra un po’ di essermi prostituito. Non so se ci sia un modo migliore per assegnare le stanze però penso ai ragazzini timidi, al cinese che si limita a dire in un tedesco tentennante che lui è cinese e vuole vivere qui.
Restano da fare le pratiche. Uno dei punti è aprire un conto in Germania. Per farlo però serve un documento che attesti che si ha un domicilio in questo paese. Per ottenere questo documento all’anagrafe ci vuole un contratto di affitto. Per avere il quale però ci vuole un conto.
Bene.
Alla Sparkasse quindi niente da fare.
Mi giunge voce però che alla Deutsch Bank possono evitare di chiederti quel documento e rompere il cerchio di requisiti. Quindi eccomi qua, fiero possessore di un conto tedesco.
Domani un versamento ad HaDiKo e via, dovremmo avercela fatta.
Tutto sommato è una parte del gioco districarsi da solo fra queste trappole di carta, senza l’aiuto dell’università.
Statemi bene.
Sono proprio strani questi tedeschi…I miei complimenti :)
Bravo Fede. Vedo che essere un buttiglierese, a volte, serve a qualcosa…non so se c’entra, ma in se’ è figo da dire…
Grandissimo! Appartamento singolo? ma almeno il bagno personale ce l’hai? ;-)Buona fortuna.
Complimenti, sei riuscito in un compito parecchio arduo!
Rompere la catena "per avere un domicilio devi avere un conto – per avere un conto devi avere un domicilio" non è da tutti!
Bravo!!! (Però che strano.. nessuno che affitta in giro? °-°)Stammi bene tu!! gi.
Yeah fede! Yeah!