Stanotte Dano ha scritto una nuova e-mail in cui racconta la sua vita in Sudamerica e il suo progetto di costruire case ecosostenibili.
A volte sono infastidito da buonisti d’accatto, che parlano di bene comune, e trovano come unica soluzione che sia lo stato a pensarci. Credo che il modo giusto di fare sia, quando si crede in qualcosa, non limitarsi a discuterne attorno alle tazze da tè, o inveire contro i tagli o contro chi non ha la sensibilità per capire tematiche che ci stanno a cuore. Secondo me, agire è sempre l’unica risposta.
E Dano l’ha fatto e io l’ammiro. Ogni volta che scrive mi fa riflettere sul fare qualcosa in cui si creda davvero. Io ho la fortuna di farlo, perché, citando Negroponte, oggi il software non è qualcosa che riguarda i computer ma che riguarda la vita, visto il suo ruolo in ogni attività umana. Ma torniamo alle cose serie, torniamo alle case eco-sostenibili:
Spengo la luce e appoggio la testa al cuscino. Complice la euforia dei festeggiamenti, la mente non dorme e comincia a viaggiare. Attraverso le strade del tempo visito l’infinitá di luoghi in cui ho dormito in quest’ultimo anno e mezzo. Spiagge, amache, tende, barche, ostelli di prima e di ultima categoria, stanze da letto in stile ottocentesco e garage di lamiera, letti a castello e divani di seconda mano, stanze affollate e prati solitari. Case rotonde, case quadrate, a forma di fungo, alte, basse, grasse e magre, secche e umide e di tutti i colori. Di legno, mattoni, cemento, di tela, di paglia, di terra, di roccia.
Questa volta peró c’é qualcosa di nuovo, una sensazione differente dall’eccitazione di svegliarsi ogni mattina sotto un cielo nuovo. Conosco questa casa, le sue forme, i suoi materiali e le idee che la sostengono. Ero presente e attivo quando fu costruita. Ricordo le parole e i gesti che hanno accompagnato il processo. I volti e gli sguardi di tuttx quellx che hanno vissuto quei giorni. So cosa significa ogni angolo, ogni curva, ogni bordo. I dettagli mi parlano, conosco il loro linguaggio e la loro storia, la scrivemmo insieme in pochi giorni. Mi parlano di stanchezza, di euforia, di impegno, sforzi, errori, di comprensione, di celebrazione. So perché si volle costruire e perché di questa forma. Conosco i principi e i valori di chi ha avviato e concretizzato il progetto. Conosco le persone, i loro sogni e le loro speranze.
Conosco questa casa, cosí come si puó conoscere a una persona, un cane o la propria cittá. Per averla vissuta e aver cresciuto con lei.
Ve la presento.
É la Casa Sostenibile.
La principale caratteristica della Casa Sostenibile é che ha una coscienza ecologica: cerca di produrre il minore impatto sull’ambiente. Sfrutta al massimo la luce del sole ma anche le zone d’ombra. Immagazzina calore di giorno mantenendosi fresca al suo interno e lo rilascia di notte. La forma a cupola permette la circolazione dell’aria all’ínterno e minimizza l’impatto esterno. La forma circolare o sferica é anche la migliore soluzione sismoresistente.
La massa totale della struttura é prevalentemente costituita da…terra! Diciamo a un 95%. Argilla e sabbia. E l’acqua che peró poi evapora. E poi il legno per le finestre e le porte. Se un giorno si smetterá di usare, potrá ritornare nella sua totalitá alla Terra da cui é venuta, con la minima impronta ecologica, senza pesare sull’ambiente, sul suolo, sull’acqua, sull’aria, sulle altre specie. Altri possibili ingredienti potrebbero essere paglia, segatura, cacca di cavallo, olio, farina, succo di cactus e altri ancora da scoprire. La Natura offre di tutto per sostenere, asolare termicamente, impermeabilizzare, elasticizzare, rifinire, lisciare, colorare. Tutti (quasi) i materiali si possono produrre con impatto quasi nullo sull’ambiente e al terminare di usarli il loro smaltimento non costituisce un problema. E l’eliminazione di sostanze chimiche sintetiche dall’ambiente costituisce un gran vantaggio per la salute.
La Casa aspira alla massima efficienza energetica e all’uso prevalente di energie rinnovabili. Il sole, l’acqua, l’aria. Ma anche la combustione e la descomposizione di materiale organico per produrre calore o gas combustibile. Il calore prodotto si sfrutta al massimo per riscaldare l’alimento, l’ambiente, l’acqua. Anche i prodotti che entrano nella Casa seguono principi di efficienza energetica: riduzione, riutilizzo, riciclaggio.
La Casa Sostenibile é cosciente di essere inserita in cicli, come tutto in questo mondo. Cicli di energía, di nutrimenti, di sostanze. Conosce questi cicli e cerca costantemente di vivere in armonia con essi. Perché proprio in questi cicli riconosce la fonte della Vita e interromperli significa interrompere la Vita, che come dice la parola stessa é ció di cui viviamo.
Sa che ció che si prende e si usa bisogna restituirlo. E ció vale anche per ció che si mangia. Dalla Terra viene e alla Terra deve ritornare. Per non interrompere il ciclo. Il Bagno Secco puó sembrare qualcosa di secondario e di cui meglio non parlare, o almeno a tavola. Ma nella Casa Sostenibile ha un’importanza centrale, tanto pratica quanto concettuale. Restituire alla Terra ció che ci ha dato affinché possa continuare a vivere. Praticamente é molto semplice: si separano le feci dall’urina perché non si crei un ambiente insano. Entrambe contengono grandi quantitá di nutrienti e, ben trattate, alimentano la Terra che ci alimenta. E si chiude il ciclo. L’Orto, la Cucina e il Bagno Secco. Prendi, usa, restituisci.
E ringrazia. Perché nella Casa Sostenibile si impara anche che non bisogna sfruttare i cicli a proprio esclusivo vantaggio. Che ció conduce alla morte del ciclo, perché un ciclo esiste di per sé nella pluralitá. Si impara a non esaurire le risorse né la energia, a lasciare che tuttx possano recuperarsi, svilupparsi, partecipare. Si impara che vivere é “tuttx o nessuno” che si vive insieme e ció vale per le persone, gli animali, le piante e tutto ció che é vivo.
La coscienza dei cicli é universale e comprende molte aree anche se in fondo sono tutti cicli di energia. Energia chimica, fisica, umana. La Casa Sostenibile é rotonda anche perché crea uguaglianza, partecipazione e responsabilitá condivisa. La vita all’interno della Casa é sostenibile per le persone che la vivono. Economicamente, socialmente, psicologicamente si sviluppano gli individui e i gruppi che compongono. Chi ci vive, si identifica con la Casa, con i suoi processi ed é cosciente della capacitá di ognuno di creare cambi e di viverli.
La Casa Sostenibile é in fondo una casa cosciente dei cicli e della necessitá di vivere in armonia con essi. E per imparare e aumentare questa coscienza sceglie la migliore maestra: la Natura. Impara a osservare, ascoltare, sentire la Natura per cercare di comprenderla ma soprattutto per imitarne l’armonia. E cerca di riprodurla nei tempi, negli spazi, nelle forme e nei sistemi, a ogni livello di organizzazione. Impara a decifrare il suo linguaggio e ne segue l’esempio. La Natura le insegna a coltivare e a consumare, a pulire l’acqua sporca, a costruire, a pianificare il tempo e lo spazio. Le insegna a vivere. Le insegna a comprendere la ciclicitá e a gestirla quando ne ha bisogno. A vedere e sentire come tutto é connesso e in constante cambio. La Casa Sostenibile crede fondamentalmmente che la disarmonia con questa ciclicitá, le connessioni e i cambi naturali costituisce la fonte di tutti i problemi. Problemi ecologici, economici, sociali e psicologici. Con umiltá riconosce di avere molto da imparare dalla Natura e la sceglie come maestra per vivere con armonia, con equilibrio tra le diverse parti e con il momento presente, come sanno fare un albero, un fiore e una grande vallata di montagna.
La Casa Sostenibile prende coscienza, ne accetta la responsabilitá e la mette in pratica nelle sue azioni. E poi scopre che, cosí facendo, crea armonia intorno a sé, con l’ambiente e tra le persone. E in questa armonía, vive felice.
—
Hay dos maneras de vivir la vida…Una es pensar que nada es un milagro.La otra es pensar que todo es un milagro.
Ci sono due modi di vivere la vita…Uno é pensare che niente é un miracolo.L’altro é pensare che tutto é un miracolo.
(A. Einstein)
Condivido il principio; ottimo lavoro.
Ciao,
Marco