Le passioni a volte sembrano così leggere, fatta di un misto di zucchero filato e aria, tanta aria. Tanto leggere da galleggiare e poi salire, salire su, fino al soffitto, e poi condensarsi lì, contro quella superficie così concreta. Arenarsi, rimanere lì, a farci venire la muffa sul soffitto. Chissà com’è che si sgretolano i sogni, che rumore fanno quando spariscono. Che ne è di quello che ci abbiamo messo dentro? Cos’è, cos’è che succede ai sogni di grandezza? A quelle che chiamavi le tue passioni, le ragioni che ti venivano a chiamare al mattino, ti alzano e ti porgevano una tazza di caffè. Perché un giorno ti svegli e ti accorgi di aver dimenticato le passioni negli altri pantaloni? Perché un mattino di Settembre ti chiedi dove siano finite le cose che hanno animato la tua gioventù, che ti hanno conquistato l’ammirazione di tua moglie. Quelle cose che i tuoi figli ora non vedono in te. Non che guardino all’uomo che si nasconde dietro la calvizie incalzante e la paghetta che gli consegna ogni sabato mattina.
Chissà
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