E così è un po’ di tutto. E’ fare una colazione rumena alle tre del pomeriggio, è passeggiare per Baden-Baden o è il Lupo che fa un salto per una birra.
Sai com’è, è che c’è troppo cielo in cui specchiarsi e a volte non ce la faccio a finirlo tutto. Così non ci guardo. Che poi va anche bene così, ti confondi nelle sfumature delle voglie, le guardi scricchiolare attorno alle loro venature.
Non c’entra che domani sono due mesi da quel mattino alla stazione di Avigliana, la grande valigia rossa che mi morde uno stinco.
E’ che poi parti e dopo una settimana sei qui, come a saltare in un altro capitolo, come se poi anche questa fosse una casa. Non è più un viaggio, è che ci vivo qui. E ti immagini che sia tutto fermo ad aspettarti e non ci vuoi far caso che puoi quel tuo mondo consunto può andare avanti senza te e, non so quale delle due sia peggio, anche a te capita di sopravviverci lontano. E’ il bisogno il padre di ogni relazione e senza bisogno siamo un po’ come isole: tanto spazio attorno e non sapere cosa farci. E’ che servono sigarette, pomeriggi ampi, birre da amare gelosamente, confidarsi col vento. Quel genere di puttanate che si fanno fra una canzone e l’altra, cercando di capire da che lato attaccarlo ‘sto cielo esagerato.
Oggi inizio le lezioni…
Ricordate che per tutti vale sempre il detto: mi pavimento es tu casa. Magari in casi eccezionali vediamo se si trova anche un divano…
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