Credo che conoscersi sia importante. Ci sono alcune cose di me che ho capito negli anni, mettendo insieme gli indizi, e alla luce delle quali interpreto il mondo che vivo.
Io ero affascinato dai grandi progetti sul tavolo da disegno di mio nonno, dai materiali da costruzione che raccoglievano polvere nel deposito. Adoravo giocare con i Lego ed uno dei pochi videogiochi che mi abbia mai appassionato era Civilization: scopo? Costruire ed amministrare un impero.
Ho capito che io amo proprio questo: costruire. Mi fa sentire realizzato. Ed avendo sogni grandi, ho il bisogno di costruire cose grandi, importanti.
Quello che mi fa vibrare, di cui sento l’esigenza è realizzare qualcosa che non c’è, mettere insieme i pezzi, selezionarli, ripulirli, comporli. Stratificare amicizie negli anni, nutrire amori enormi di quotidianità e gesti folli. Io credo. In Dio. In me. E da qualche anno a questa parte nelle persone. Ho bisogno di credere che le persone siano capaci di gesti grandi, di stupire in positivo. Magari con sforzi sovraumani, cosa sensata visto che anche (soprattutto) questi ci elevano. Sono punti guadagnati in una sfida senza premi in palio. Ho necessità di costruire relazioni, aspettative e di migliorare costantemente me stesso ed i legami.
Vedi, è difficile che qualcosa mi interessi al punto di smuovermi. Vago per l’esistenza con la testa fra le nuvole e le mani in tasca. Talvolta però vengo distolto dalla mia sana distrazione e ne approfitto per fermarmi a vedere cosa si sia infilato nella scarpa e mi infastidisca lungo il cammino. A quel punto mi rendo conto di averne raccolti diversi di sassolini, qua e là: diverse origini, diverse persone, diversi ambiti dell’esistenza. Li stendo poi tutti assieme e penso.
Considero che non ho l’ira che mi suggeriscono, piuttosto direi che mi sento soffocare dai gesti piccoli, non comprendo certi disegni. Allo stesso tempo mi rendo conto che questa mia incapacità di comprendere è naturale e probabilmente ricambiata. Mi rendo conto che non perchè io ritenga corretto un comportamento posso pretendere sia così per gli altri. Ci sono persone che hanno una diversa visione di ciò che è giusto e di ciò che è squallido. Alcune sono coerenti. Altre si vergognano. Alcune sono deboli. Altre non percepiscono le proprie azioni. Io dal canto mio mi chiedo se sia poi così strano, se viva da straniero in questo mondo.
So che la reazione comune di fronte alle delusioni è negare sè stessi, o almeno quella parte di noi che c’ha portato a vivere la situazione all’origine della delusione. Io però un poco ho imparato a conoscermi e so di non potermi permettere di rinnegarmi.
So anche di non vivere in un romanzo cavalleresco scritto per castellane annoiate, e, sebbene qualcuno lo pensi, non cerco di immolare la mia esistenza all’inseguimento di velli d’oro o di illuminazioni new-age. Non sono il Mahatma nè aspiro ad esserlo. Allo stesso tempo però mi rifiuto di vivere in un mondo dominato da minuscoli egoismi, da gesti piccoli: un mondo del genere mi spegne.
Maledico il momento in cui mi sono fermato a vedere che avevo nella scarpa perchè mi ritrovo a dover trovare un equilibrio fra queste diverse spinte prime di poter proseguire. Ho bisogno di trovare un equilibrio perché per Vivere bene ho bisogno di aspettarmi il meglio ma questo significa aprire la porta sia a cose grandiose che alle meschinità ed io proprio non mi sento votato al martirio. Come trovare una summa?
Nell’attesa di diventare saggio ed imparare a distillare soluzioni che conciglino gli opposti mi concedo una sosta, perché oggi avevo bisogno di qualche bottiglia di vino (Barolo comprato ieri a Barolo, ad esempio) e chiudersi in una casa con quelle poche persone che mi permettono di appoggiare il cuore sul tavolo, forse quelle poche persone a cui interessa abbastanza di me da mettersi via per un attimo. Forse è colpa mia non aver costruito più rapporti di questo tipo, che avessero un valore vero (si, tipo amaro Montenegro). Oggi avevo bisogno di smettere di vedere la delusione che nasce dal mio scollamento con questa realtà e considerare la fortuna di conoscere persone enormi. Quelle che da sole ti danno la fiducia che tutti gli altri assieme sgranocchiano.
Forse avrei bisogno di chiudere casa qualche giorno, andarmene e ricordarmi per cosa mi interessa tornare, dove io intenda costruire, con pazienza e cieco furore, la mia prossima cattedrale di carta. E trovare ancora la forza di amarla.
anche dal latte rancido, se lo scremi a fondo, un po’ di panna commestibile la ricavi :-) orgoglioso di essere la panna…e fiero di poter far tintinnare un bicchiere con te…