March 30, 2010

L’uomo più stupido del mondo

C’è un mio amico. Vecchio, caro. Che se ne gira a caso per il sudamerica da… beh, qualche mese. E mi ha scritto questo. Ed io lo scrivo a voi. Grazie Dano.

Conobbi un giovane.
Aveva famiglia e amici a cui voleva bene. Alcuni vivevano lontano e altri non vivevano in nessun posto fisso, peró erano presenti nella sua mente e nel suo cuore e ció faceva sí che non si sentisse mai veramente solo.Aveva salute e cervello per fare qualsiasi lavoro e voglia di imparare ció che non sapeva fare (che era molto). Sempre ripeteva un detto: “Fai ció che sai fare, ti sará rivelato quello che ancora ignori”.

Aveva abbastanza esperienza per sapere che amici se ne trovano dappertutto e che, se forse non si puó manipolare la fortuna, almeno si puó influire su di essa.
Conosceva molta gente che con poche opzioni davanti aveva saputo fare ció che voleva e riuscire in qualunque cosa e aveva sperimentato su se stesso che ció é vero e possibile.
Sapeva, a un livello molto pratico, ció che voleva imparare e ció che non voleva fare. Sapeva che cose lo facevano stare bene o male e aveva imparato a riconoscele, quasi per istinto. Sapeva, per esperienza, che solo facendo ció che considerava corretto poteva essere felice.
Credeva che il mondo e la gente serbano un’infinitá di sorprese e sperimentava un certo piacere provando cose nuove e conoscendo nuove forme di vedere il mondo e la vita. Sentiva che in questo modo la sua visione delle cose si faceva piú complessa e meno superficiale.
Era libero di qualunque impegno familiare, di lavoro o di studio che gli marcassero un posto o un tempo o una attivitá che dovesse intraprendere. Poteva essere qualunque cosa volesse.

Un giorno si rese conto di tutto ció e si spaventó. Ebbe paura di tutta questa libertá, di cosí tante possibilitá tra cui scegliere, di tutti i cammini che poteva percorrere. Era abituato ad avere cosí tante limitazioni, concrete e mentali, che le scelte possibili rimanevano sempre in un margine molto ristretto. E in questa restrizione aveva imparato, gli avevano insegnato, da sempre, a vedervi una specie di sicurezza. La sicurezza che non tutto é possibile.

E cosí si sentí l’uomo piú stupido del mondo, come uno che esce da una carcere e, spaventato per le infinite possibilitá del mondo esterno, decide tornare alla sicurezza della prigione, dove ogni giorno c’é cibo e un letto e la vita é al riparo da grandi cambi radicali. Un sicuro “non succede niente”. Si sorprese pensando cosí e si sentí molto stupido.

E concluse che se poteva pensare una cosa che prima gli sarebbe apparsa del tutto impossibile,
dovevano esistere molti altri modi di pensare da conoscere e sperimentare, modi che non potrebbe neanche immaginare

e pensó che valeva la pena conoscerli.

Comments

2 thoughts on “L’uomo più stupido del mondo

  1. Bellissima. Dano credo sia uno dei pochi a saper girare una chiave nel cervello delle persone. Il suo sorriso è disarmante per chi cerca inutilmente di confutare il suo pensiero.

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