Buon compleanno all’Eremo del Viandante che con questo post (il 600°) festeggia i cinque anni. Ieri mi sono alzato la mattina e mi sono trovato coinvolto in un ritrovo di amici Erasmus (dell’anno prima del mio, ma alcuni li conoscevo). Vagare a Torino, fare un giro dentro Palazzo Nuovo occupato, al pub dal primo pomeriggio. Bella giornata. E no, non sono tutte belle le mie giornate. Mi rendo conto di aver accumulato per mesi, senza mai arrabbiarmi. Ed è strano. E’ poco salutare. Il rischio concreto è di finire con l’incazzarsi con il primo poveraccio che mi sta attorno, indi per cui ho deciso che devo trovare un capro espiatorio sacrificabile. Qualcuno che si presti a fare da parafulmine alla mia ira, di modo che non ci vadano di mezzo persone a cui tengo. Volontari? E poi riflettevo, fra una birrozza e l’altra, che ogni rapporto va vissuto in equilibrio. Quando è sbilanciato, perché più importante per una delle parti coinvolte, incrinature, incomprensioni e sofferenze sono dietro l’angolo. Di conseguenza per poter vivere dei rapporti, siano d’amicizia o d’amore o di semplice conoscenza, è necessario trovare qualcuno che sia disposto a dargli la stessa intensità. Quando non succede, siamo quindi impossibilitati ad esercitare quella parte di noi che vivrebbe con trasporto (o simpatica, imbecille, noncuranza). Dobbiamo rinnegare la nostra natura. E’ questa la posta in palio. Essere costretti a violentare chi siamo.
300? Raddoppio e vado avanti (con l’aiuto del pubblico)
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