E si addormenta. Pensando, sognando forse, di quel sorriso quel giorno. Di capelli scarmigliati sotto un sole timido. Ripensa e davvero quella panchina non è così vuota, preda di brezze improvvise, sguarciata da silenzi incessanti, brusii di nessuna compagnia. Ripensa una carezza che non c’era ma poteva, modificando un poco un corso degli eventi così testardo, incapace di tornar indietro e sbirciare un attimo che c’era all’altro ramo di strada, quello scartato quando c’era da scegliere, da decidere, da accadere. Ecco lui è un poco più flessibile, un poco appena. Lui immagina i "se" quando ha proprio freddo. Lui lo faceva. A volte basta un tepore minuscolo a distrarsi dal…