Io vivo in un posto strano che si chiama HaDiKo. Ogni corridoio è indipendente ed infarcito di visioni psichedeliche che si manifestano nei modi più disparati. Ti può capitare di camminare e trovare un neon della Dresdner Bank (funzionante!) appeso al soffitto. I murales non si contano. Ogni cucina, ogni stanza comune è diversa. Le camere opere d’arte intagliate di oggetti proveniente da tutto il mondo. Nella mia nuova camera appenderà uno strano intreccio di fili rossi che arriva dalla Cina (non che sappia che significato abbia). Poi esci e qualcuno ti grida dal tetto che stasera c’è un party al bar interno del K5. Gli dici che verrai dopo…
Gino Rules
C’è che a volte mi nasce dentro e cattura la mia attenzione, questo silenzio che mi dorme in petto. Chiudo gli occhi e lascio che si faccia largo nelle mie vene quella sensazione. Mi capita così, senza un motivo dietro a cui nascondersi. Ieri allo Straba Party (un party sopra ad un tram) a volte mi sembrava ci fosse troppa vita, troppi colori, troppi sguardi, troppi desideri in uno spazio, in un momento singolo. Così tanto da immobilizzarmi, costringermi ad esistere più lentamente. Altre volte non c’è vita apparente e devo fermarmi a respirare più profondamente, facendo attenzione a non risvegliare la corda su cui mi mantengo in equilibrio, il…
Differenze
Dopo il pub tour tornare da solo per il bosco con starway to heaven nelle orecchie è uno di qui piaceri che ti fanno rendere conto di esistere. Lontano da ogni discoteca o club dove si stiano dirigendo gli altri, tempo e spazi ampi. Qualcosa in cui celebrare la mia solitudine, il mio essere me.
Piccole sensazioni
Mi piace scendere coi sandali ed una maglietta ed andare al piano interrato a caricare la lavatrice. Mi piace l’ascensore che a volte finisce ad un altro piano e tu apri la porta a chi deve entrare. Un cenno di saluto a Sabine che riceve i questuanti per un posto in Hadiko, una birra con Julian. Quando torni morente dall’Erasmus Welcome Party incontri Julia che prepara una torta. E lei che c’è stata un anno in America si stupisce del tuo inglese, le spiego che è solo che sono ubriaco. Sono poliglotta da ubriaco; a volte mi cambia anche l’inflessione. Due ore dopo sono ancora lì a chiacchierare, quando perfino…
K4
Faccio un salto al K4-Bar (il bar interno dell’edificio 4 di questo studentato) e mi ritrovo lì, dove tutti parlano crucco. E mi piace questa cosa di essere in un paese dove sono straniero, avulso. Per una serie di eventi mi ritrovo solo questa sera, a pensare. A guardare gli sconosciuti e vederci somiglianze con attori del mio passato. La mente corre a tutti i desideri futili accumulati negli anni. O che tali ora sembrano. A tutti i si che ho immaginato di sentire da ragazze cui non ho posto mai alcuna domanda. Agli oggetti che volevo per me, agli obbiettivi che mi ponevo. Non penso allora immaginassi di raggiungere…
Binari
C’è questo tale che s’è perso le ossa in giro, s’è come sparpagliato l’anima qua e là, credo che da uno dei treni che ha preso quella non sia scesa, se ne sia rimasta pigra sul sedile. Lui lo vedi che cammina, tentando di insinuarsi nelle ferite dei luoghi, ci si infila per un’ora o poco più di vagare puro e semplice. Lontano da quei luoghi che ha per primi coltivato di ricordi, dove ha piantato un primo bacio, un davanzale freddo a reggere una finestra grande. Lontano da panchine di attese. Che la prima ora quella interroga, che quella se ne frega e non c’è scusa che tenga. E…
…
Non é come una vacanza, ti pensi qui per mesi e vedi le cose in maniera diversa. Ti leggi le vie una ad una. Torni da una gita a Stoccarda e quando vedi la stazione della città in cui vivi ti senti arrivato. Qui mi sono trovato un tetto, ho una bici, un conto in banca, un numero di telefono. Incrocio sui treni gente che conosco. Ho appuntamenti in mensa o allo Schlossgarten. Conosco posti dove penso che il kebab sia migliore e mi segno i supermercati. Durante la fase in ostello ho rallentato i ritmi e pochi impegni mi riempiono la giornata. Oggi quando tornavamo a casa dopo aver…
Considerazioni
A volte ti limiti a gustarti un rilassato esistere. Pacioso. Rallenti, come dire. In effetti ho sempre qualcosa da fare, non è che mi annoi. Dilato i tempi. Altre volte avresti da fare ma puoi aprire una birra ascoltando "Don’t damn me". Se capiste davvero che intendo, ragazzi. Sono momenti assoluti. Contento di esistere.
der Fortbildung
Dunque. Come i fedeli lettori sapranno arrivato qui ho scoperto che non ero nelle liste per ottenere una sistemazione tramite l’università. E l’avevo scoperto dopo aver sperimentato quanto infruttuoso fosse provare a contattare chi aveva una stanza libera dichiarandosi da subito uno studente italiano. Cinquanta mail spedite, tre risposte ottenute di cui solo una positiva, nel senso che mi davano almeno la possibilità di visitare la casa. Ovviamente poi ero stato scartato. Nel frattempo però mi ero convinto che vivere ad HaDiKo: il più grande studentato autogestito della Germania, fosse la soluzione migliore. Sabato ho avuto un’intervista. Dentro o fuori. I rumors (ottenuti direttamente dall’ex-capo della commissione che sceglie chi…
Tentativi di vita
Non che sia un grandissimo appassionato di Vasco. Però diavolo. A volte penso che la vita perfetta sarebbe starsene da soli in qualche posto ad ascoltare "ogni volta" con scorte consistenti di alcol e sigarette. Cheers
Così
Così come se la pioggia qui generosa potesse confondere a poco a poco i contorni, renderli meno incontrovertibili. Così cammino a poco a poco in un parco, in una città che credevo di stare imparando a conoscere. Ed invece ci sto cadendo o la sto dipingendo diversa. Fino ad imbattermi nel "Nowhere Pub", il locale dai tavoli massicci e consunti, che il tempo avrà il suo bel da fare a masticarseli. Una kilkenny ed un angolo per me, di quelli da dove osservare bene. Quattro chiacchiere coi fantasmi degli avventori incontrati in questo stesso pub negli angoli d’Europa o della mia mente. Gli stessi personaggi, lo stesso pub, mille porte…
Aggiornamenti
Sto uscendo ma metto qui quello che ho scritto ieri E così è passato qualche giorno dal mio ultimo intervento, giorni teutonici. Da quando lascia la casa amicale in quel di Losanna, cacciate due magliette ed un paio di calze mi levai fra i vapori alcolici della serata prima (quanti giri si era offerto io, Dani e l’americano-tedesco?) e nel farsi largo del mattino mi dileguai. Come a farmi mangiare dalle orme, ad abbandonarmi. Rugiada al posto della placenta. Da allora tante ore da giocarsi. Ho dovuto imparare a gestire dei ritmi diversi, le ore vuote. Trovo fantastico come l’uomo sia in fondo capace di adattarsi. Le ore nel parco…