Ho iniziato a scrivere questo blog per tanti motivi.
Come esercizio, per imparare ad aprirmi e come scusa, per provare a scrivere qualcosa.
Ho iniziato nel 2005 perchè era un po’ che vivevo da solo e mi andava di parlare ma non di disturbare qualcuno perchè mi ascoltasse.
Il nome che ho scelto, eremo del viandante, in fin dei conti è un ossimoro: un viandante non dovrebbe essere legato ad un luogo, probabilmente. E dovrebbe starsene sulla via invece che in uno sperduto eremo. Ho voluto scegliere comunque questo nome, che è una forzatura, perchè volevo indicare un luogo in cui potermi fermare a riflettere, sperando che la riflessione fosse di stimolo a proseguire e vincere la mia atavica pigrizia.
A distanza di tanti anni sono grato a questo blog: non ho imparato a scrivere ma mi ha aiutato a sfogarmi nei momenti più difficili. Ha raccolto le mie tracce perchè potessi riitrovarle a mesi o anni di distanza e questo insegna l’importanza della prospettiva. Mi ha aiutato ad aprirmi e forse mi ha fatto conoscere sotto una luce un po’ diversa. E poi mi ha anche regalato nuove amicize e questo è il motivo per cui gli sono più riconoscente.
E non avrei scomesso che andasse avanti così a lungo.