June 6, 2018

Ma certo

Non scrivevo più, ora scriverei molte storie ogni giorno. Perchè a volte qualcosa scatta come uno schiocco. Perchè a volte, cos’altro potrei fare, se non scrivere.

Ma certo che ti incontro ancora. Tu abiti le mie pause, quando ho un attimo di tregua. Quando i pensieri cadono a terra. In quel momento ti vedo, rimasta lì, come sul punto di accadere.

Non so cosa dirti, allora ti guardo. Ho come questi desideri di parole che si affastellano, scoppiano come bolle di sapone venute male. Non so, come dirtelo. Non posso più dirtelo. C’è tanto silenzio, lo senti anche tu? Io non so decorarlo. E allora ti guardo, solamente. Un’immagine immobile. Ma io lo so che non sei un’immagine, affatto. Che ti muovi, a quel tuo ritmo che a tratti sembra nervoso. Quel tuo modo che hai di cadere fra eventi e giornate, di remare via le ore come fossero nulla. Lo so che hai ragione, a modo tuo. Ma nessuno ci hai mai comprato nulla con la ragione. Nessuno ha avuto né un minuto né un bacio in cambio di una carrellata di ragione. E allora che importa?

Ma certo che ti incontro. Ti incontro dove non ci sei. Dove vorrei fossi. Ma avevi da fare, da vivere. Qui le pause sono abitate solo da spettri, come me. Gente che agisce solo in istanti precisi. Gente sempre sul punto di esplodere, come un lampo di sole. Gente che poi invece finisce che aspetta l’attimo buono, consulta l’almanacco, calcola i venti. E tu intanto sei uno, dieci, cento passi avanti. Rimani uno, dieci, cento domande che non ho posto, cose che mi incuriosiscono, cose che avrei voluto capire, nodi che avrei voluto sciogliere lentamente, uno ad uno.

Allora qual’è la soluzione? Non ho soluzioni. Non mi interessano soluzioni. Ne ho scatole piene che non uso. Respiro problemi, rompicapi meravigliosi, cose che si incastrano fra le costole, che mi tengono sveglio la notte ed il giorno. Che mi costringono ad ammettere che c’è più di quello che dicevano le profezie nefaste. Che la meraviglia può esplodere a fine Maggio, come se rinunciare fosse impossibile, come ci fosse una buona ragione per svoltare ogni angolo, per attendere cose buone.

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