December 11, 2006

Fuga

Voglia di fuga. Davvero, un bisogno che occupa tutto me stesso. Individuare una meta è solo un dettaglio, il luogo non ha importanza, l’essere altrove è il solo requisito. Alla solitudine ho fatto l’abitudine, per quanto sia possibile. La TV non mi fa più compagnia, un foglio bianco non assorbe più il sangue che sgorga copioso. E i vincoli cadono appropinquandomi al limite per cui mi chiaman folle. Quello che dovrei fare per guarire é riprendere il ritmo delle cose, la routine. Impegnarsi, studiare, recuperare. La testa forse non tacerebbe ma sicuramente abbasserebbe la voce. Ma io non sono saggio, io rifuggo la soluzione corretta, la guarigione. A leggere questo mio blog devo apparire come un misantropo avulso da rapporti sociali ed invece il mio psicodramma va in scena dal palco di una vita comune di relazioni, risate e bevute. E la continua ricerca di un sintomo, un malessere da pungolare affinchè si manifesti, quella è un mio male. Ma io da me pretendo la forza dello scoglio, che regge l’impeto con pietrificata ostinazione, mi abbandono a Macchiavelli e al suo "dove c’è una grande volontà non possono esserci grandi difficoltà". Non cerco cure anzi cerco altre malattie al solo scopo di allenare i miei anticorpi, e con questo perdo ogni diritto di lamentarmi. Redimendomi. Almeno a parole. E quanti punti ho messo.
 
Lione, Monaco di Baviera, chissà…
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