January 9, 2011

Differenze

Adesso che l’autoradio non funziona, vago meno in macchina.
A volte viaggio e sento i pensieri, li ascolto. Non c’è tanto silenzio come pensavo, anzi, i pensieri sembrano non confondersi nell’eco, rimangono chiari, non comprensibili, ma risuonano più limpidi. Si, sono ancora un ascoltatore interessato però, sai, dopo tanti strati fra me e loro, c’è una certa distanza. E’ una distanza soffice, a volte la scavalco. Mi torna in mente un viaggio. Solo i Dire straits, le loro parole a riempire gli spazi, non lasciarne di vuoto nel cuore. Come se riempendo le intercapedini potessi vivere in isolamento da paranoie, rivendicazione e desideri morenti. Sono grato ai Dire straits, per le note semplici, per quel letto di suoni in cui far riposare la mente. Ricordo quel pomeriggio, la strada scivolava via che era un piacere. E poi chissà, chissà dov’è il confine esatto che in una giornata del genere segna l’inizio dell’inversione di rotta, il ritorno a casa, come non si potesse andare più in là. Cos’è quell’angolo stretto, quella virata brusca che spazza il lavoro fatto. Sai, a volte vorrei tornare indietro. Provare a capire dove m’è caduta quella particolare emozione, quando ho smesso di ricordarmi la tonalità esatta d’un certo verde, d’un certo paio d’occhi. Quand’è poi che a furia di pensare e poi distrarsi e ripensare ancora ho sfibrato e abbandonato ogni ricordo. E’ un lavoro paziente lasciare i ricordi in pace, che si depositi abbastanza polvere da conservarli, cosicchè li si possa riprendere, aprirli e sentire almeno l’ombra dell’odore di quel giorno. Io c’ho provato qualche volta ad aggirare lo schema, far scivolare una sensazione nella pioggia e pensare di ritrovarla intatta un po’ più in là. Non funziona. Non va così. Ogni era della vita è sola, vive di sè stessa. Come se fossi nato ieri e non avessi mai dato una moneta a un mendicante, come non avessi mai lavorato un solo giorno. Oggi è un giorno buono, buono per essere soli come per non esserlo. Ma è comunque un giorno che domani sarà stantio, un ricordo forse, ma l’odore, quello sarà finito fuori dal finestrino alla prima curva. A volte mi sembra di non percepire le differenze. Provo ad ascoltare più forte. Come potesse rispondere il silenzio al posto mio. Poi mi scoccio e faccio ancora due passi. Cammino piano e guardo a terra. Non piove ancora.

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