November 12, 2011

Bretzel, Aggressioni, Cene internazionali

Dunque. Giovedì si è tenuta la cena del gruppo di ricerca in cui lavoro. Una cena internazionale perché ognuno doveva portare qualcosa di tipico in rappresentanza del proprio paese o regione. Quindi Messico, Pakistan, Sicilia, Piemonte. Ci sono poi cadute dentro anche Cina e Germania.

All’ultimo riunione avevo annunciato che sarei tornato da Vienna portando meco una Sacher torte. Beh, io a Vienna non ci sono poi andato, per ragioni che alcuni di voi sanno, altri intuiscono, molti sbagliano, taluni fraintendono.

E dunque si risvegliò in me l’orgoglio Baden-ese, di giovane virgulto auto-esiliatosi da Karlsruhe (no, non rimpiango la scelta) e decisi di lanciarmi nella preparazione dei Bretzel. Mi reco quindi ad acquistare dagli ingredienti agli strumenti. Bilancia da cucina, pentola Moneta, schiumarola, pennello da pasticceria, und so weiter und so fort.

Appena che entrai nel mio modesto appartamento e, levato che ebbi lo cappotto mio nero udii disperate grida, cariche d’angoscia. Riacquattai il cappotto, che teneva le chiavi mie ed uscii. Non percependo immantinente ove venisse lo grido straziato proseguii nel discendere le scale. Incontrai poi una vicina mia, anche lei uscita appresso al grido, per capirne l’origine. E risalimmo perché da lì veniva il grido. Una signora uscì dal suo appartamento e inveì contro l’orrida vecchia del quinto piano. Di Ferrara, fra l’altro, terra maledetta dalle zanzare e dal viscidume dei suoi abitanti, che le paludi le portano ancora nei loro melmosi cuori. La signora alla vista di cotanto cavaliere proseguì nell’inveire contro l’orrida vecchia, gridando che l’aveva aggredita. E disse poi che i condomini dovevano farsi gli affari loro. Al che me ne andai.

Iniziai quindi a cucinare.

Preparai l’impasto e lo misi a lievitare.

 

 

Lo ripresi poi

 

E gli diedi la forma assai nota dei Bretzel

Dopo la precottura in acqua e bicarbonato li spennalai con tuorlo d’uovo, li cosparsi di sale (che i commensali avvertissero il morso della sete!) e li infornai. Fui stupito da quell’odore. Come la casa avesse cuore e mura di casa. Ecco, mi serve una casa con un cuore. Ecco, a volte penso che io sia cresciuto e la mia vita non mi sia stata dietro. Capita anche a voi?

Ed eccolo.

Ma c’era ancora da infornare.

E Bretzel su Bretzel.

Alla fine non mi hanno nemmeno licenziato, anzi. Pare che siano piaciuti. Bene :)

C’era la Tequila con la Sangrita (avete presente il bloodymary?). C’era l’agnello pakistano, la parmigiana, la torta paradiso, il bonet. E un sacco di roba pakistana che era buonissima (molto meglio della cucina indiana. Ecco la cucina indiana ma molto più buona). E alla fine il Prof prende un pallozzo e lo getta in acqua bollente. Lentamente si dischiude in un fiore di loto, trasformando l’acqua in un infuso.

Uscire alle undici passate da un Poli deserto.

Comments

5 thoughts on “Bretzel, Aggressioni, Cene internazionali

  1. Cara Alfozza, spero un giorno di venirti a trovare a Bologna in una bella casa accogliente che sappia di biscotti. Mi devi fare i biscotti quando ti vengo a trovare, ok?!

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