April 27, 2011

A me non piacciono gli anni dispari

Ventinove.

Li ho iniziati con un ascensore che si chiudeva sul mio braccio, che a sua volta teneva il caffè. Una scelta non convenzionale, il caffè sulla mano, sulla camicia, sulla pelle.

Ho ricevuto tanti auguri, molti più di quelli che aspettassi. Forse il segreto è non aspettarsene nessuno.

Quest’anno, quest’anno è stato lungo. Ma è anche l’anno in cui ho fatto una cosa che desideravo fare da tanto tempo. Ho viaggiato un po’, nell’ultimo anno. Ho guardato le ferite chiudersi, riaprirsi, riprovare a chiudersi. E’ stato un anno duro. Però, i prezzi bisogna pagarli no? E allora sono felice di ogni difficoltà.

Sono ventinove.

Quando la mia mente di ragazzino divorava gli anni proiettandomi nel futuro, che poi è accaduto essere oggi, proiettava forse altro. Ci sono cose di cui avverto la mancanza, nel mio diventare uomo.

I trenta sono lì, oramai non si può non vederli.

Per ora ventinove però, godiamoceli, facendo finta siano pari. Che a me gli anni dispari non piacciono. Anche se poi sono spesso stati i più belli.

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