December 22, 2010

Violenza

Come praticamente ogni organizzazione il Politecnico aveva organizzato in questi giorni una piccola “festicciola” prima delle festività: due parole del Rettore, quattro panettoni, addirittura un brindisi. Una piccola celebrazione per ogni dipendente: dai bidelli, agli amministrativi, ai dottorandi, ai professori. Ogni componente di quella complessa macchina che è il Politecnico.
Una quindici di persone sono venute, insultando, ad impedire che questa celebrazione ci fosse.
Hanno avuto il microfono, spiegato le “loro ragioni”. Poi il Rettore ha provato a spiegare la sua posizione, interrotto qua e là dagli insulti di due o tre di questi studenti.
Fra le altre cose hanno detto che la gente là dentro “stava a rimpinzarsi fino a scoppiare”. Dottorandi che prendono mille euro al mese, bidelli, gente degli uffici tecnici paragonati a ricchi crepuloni che gozzovigliano. Bene. Ho provato a parlarci. Il tono di quei quattro-cinque che mi hanno risposto è stato denigratorio. Provavo a spiegargli che non era giusto venissero a insultare chi lavora qua dentro, ad ogni livello, comprese le ultime ruote del carro, come me. Che era una piccola festicciola aziendale dopo un anno di lavoro “Ma vuoi due cazzo di euro così ti compri un panino?” o “Sei un pezzente” oppure “Ma chiamali i tuoi colleghi e ti prendi una pizza, no?”. Hanno detto che la roba l’avrebbero portata via e donata al Sermig. Io personalmente li ho visti ficcarsi la roba in tasca.
Questa è la gente che è venuta a mancare di rispetto all’università e soprattutto a chi ci lavora. Pochissime persone che hanno deciso che i migliaia di dipendenti del Politecnico non avevano diritto a questi sfarzosissimi e luculliani festeggiamenti. E hanno condito il tutto con i loro insulti.
A questo punto fosse anche una legge che mi dimezza lo stipendio desidero ARDENTEMENTE che venga approvata.

 

Per fortuna nel pomeriggio c’è stata la Lectio Magistralis del Prof. Meo. Su cui voglio riflettere.

Comments

2 thoughts on “Violenza

  1. la tragedia dell’Ignoranza é che spesso si accompagna alla Violenza dei gesti.
    Perché chi é ignorante non ha a disposizione altro modo per “convincere” che quello di alzare le mani o anche solo offendere.
    Non capisco perché, però, si finisca sempre per perdere davanti all’Ignoranza: é colpa nostra che non siamo abbastanza forti da metterli a tacere?

  2. “L’ignorante ti trascina sul suo campo e poi ti batte con l’esperienza”. Con uno che non voglia ascoltare non c’è possibilità di dialogo. Come giustamente dici tu, un cretino non ha interesse a portare avanti un dialogo che non sa condurre. Se solo avesse un briciolo d’umiltà forse potrebbe iniziare un percorso di normalizzazione. Non potendoci parlare come vuoi reagire? O li meni o non c’è verso. E se non vuoi ridurti a quello non puoi che sperare che, prima o poi, inizino a ragionare.

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