August 30, 2012

Viaggiando

Così sono partito con una mitfahrgelegenheit. Parlavano tedesco e io ho detto solo brevi frasi, ascoltavo, dormivo. Mi hanno chiesto dove andavo e ho detto che non lo sapevo di preciso. Loro mi avrebbero lasciato a Innsbruck Westbahnhof; ho detto che andava bene, che avrei capito poi come proseguire. Sono sceso, ho dato i miei dieci euro e ho salutato. La S-Bahn mi ha portato a Ötztal. Sono sceso e ho chiesto di un bus. Quando è arrivato il pullman delle poste austriache sono salito e ho comprato un biglietto. Ho detto che dovevo scendere a Langenfeld edelweiss. L’autista ha riconosciuto il nome. Qualche stazione prima ho cominciato a fare caso ai nomi dei paesi, mentre sbocconcellavo il pane che avevo con me e leggevo il giornale che distribuiscono gratuitamente nel Tirolo. “Edelweiss” mi ha confermato l’autista: quando sono sceso non c’era nessuno ad aspettarmi. Ho aspettato solo pochi minuti, poi mi sono voltato e mi sono sorpreso. Abbiamo camminato fino alla casa dove saremmo stati.

Tante persone e diverse lingue. Un bel calore nel cantare la sera, nel giocare a carte, nell’andare in pizzeria.

Al solito, mi sono fermato un giorno in più.

Al ritorno mi avete accompagnato fino a Rosenhaim, abbiamo trovato la stazione nonostante mancassero le indicazioni. Sono sceso e voi avete proseguito. Un ragazzo recuperava gente per dividersi un Bayern Ticket (un biglietto valido da 2 a 5 persone). Mi sono aggregato. Ho passato München Ostbahnhof e sono sceso ad Hauptbahnhof. Poi il solito giro di S-Bahn, di U6, di camminare. A Monaco piove perché a Monaco piove sempre.

Io faccio i bonifici, in ritardo, sento gente per una birra questa sera. Penso agli occhi e a che cosa esprimano, ai loro colori e alle situazioni che sottolineano una sfumatura, alla giusta luce che fa vibrare di più una traccia che altrimenti rimane sommersa. Ora disfo la valigia e poi quasi vuota me la trascinerò verso l’Italia. Non ho voglia di tornare. Di vedere alcune persone, sì, ma ho voglia di Monaco.

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