December 15, 2011

Scusami

Scusami tu, se mi sono scolorito col tempo.

Se certe volte è passato un giorno o più di un uno, senza che cercassi.

Cercassi un modo, una scusa per Vivere. Per ricordarmi che c’è qualcosa, fra carne e ossa, qualcosa che riposa.

Scusami tu, se quel qualcosa rimane ancora spento. Si muove, sì, appena. Un vagito e la voglia di rinascere fra tanta cenere e rovine, credimi, grandiose.

Scusami per la paura e la voglia di sminuire, per la pigrizia e la voglia di rimandare un tempo che invece, semplicemente è passato.

C’è un tempo che è passato e ne avvertirò feroce la stretta fino a che non avrò imboccato un nuovo tempo altrettanto grande, e nel mentre proverò a ingannare l’attesa sognando fino a sanguinare; ma non solo: provando fino a sanguinare. Sorridendo anche quando fa male. Imprecando. Fra fiumi di San Simone ed errori che sarò lieto di fare.

 

E comunque è bello ricevere delle telefonate. Anche se il tempo passa, ahimè, e gli anni che mi separano dai miei giorni più felici sono più di venti, più di due. Ma che importa, alla fine. L’unica distanza che conta è quella dalla felicità futura e io non la conosco. Conosco solo questo mal di testa, questo biglietto che parla di una partenza alle 8.35 di domani mattina.

 

Essere stati felici è una grande responsabilità. Alla fine di una festa nessuno vorrebbe pagare il conto.

 

Buon viaggio a me, e al mio mal di testa.

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