October 14, 2012

Ridere di me

Torno da Vienna con scarpe nuove, dopo il party per la laurea di Irina, dopo aver parlato con Dea di cani e gatti e sorelle. Sono salito sul treno, la mitfahrgelegenheit del ritorno ha avuto un’incidente. Mi piacciono i treni, c’è poco da fare, mi piacciono anche se a volte cerco di convincermi del contrario. È un rapporto con le sue controversie, ma quale non ne ha. Mi piace anche arrivare presto in stazione, lo ammetto. Allora riprendo a fare esercizi di scrittura. Ho più di quattro ore da spendere dopotutto. Mi invento situazioni, come quando scrivevo di un desiderio e poi il lago.

Sono caduto dentro al tuo modo di pensare, di muoverti fra le cose e le situazioni, di navigare a vista fra eventi e pomeriggi. Tu non sei un porto,e nemmeno la burrasca, tu sei un vento sostenuto che va perché deve andare, testardo senza accorgersene. Sei un’aria leggera che toglie respiro a ogni rimpianto. Mi guardi e scuoti la testa, ti domandi come abbia fatto a incagliarmi in un altro pensiero, a farmi frenare da un’altra riflessione.

Allora ho messo da parte tutti gli altri pensieri, consumati lungo i bordi, lisi dal mio troppo pensarli. Sono tornato al lago, lungo un’altra sponda e ho lasciato che le ore passassero, senza rimpiangerle mentre si accumulavano, senza un’idea alternativa di come spenderle. Il giorno è finito e sono rimasto lì.

Quando mi sono svegliato avevi gli occhi dello stesso colore, sorridevi, di me, ne sono certo, come non ci fosse nessun’altra possibile risposta che sorridere. Non ho controbattuto, nè ho avuto più voglia di giocare quel gioco di pensieri cattivi. L’aria era fredda, ma leggera, era un’ora buona per rimanere nudi e ridere insieme di me.

Comments

6 thoughts on “Ridere di me

  1. Ciao Viandante,
    ho scoperto per caso il tuo blog. Incuriosita, ho letto un po’ di cose e devo farti i complimenti per come scrivi: sei profondo e leggero allo stesso tempo! Io invece in questo periodo ho il blocco dello scrittore… Forse, seguendo il tuo esempio,dovrei provare a farmi una birretta prima di mettermi a scrivere… Magari funziona!
    Ciao!

    1. Ciao Lauretta, mi fa molto piacere il tuo commento. Ti ringrazio :)

      La birretta aiuta, ma sono le persone interessanti attorno secondo me la vera molla che spinge a scrivere. O la depressione. Meglio la prima ipotesi no? Tu hai un blog o scrivi per te?

      1. No,non ho un blog. Scrivo per lavoro, e anche per hobby. Comunque credo anch’io che sia la realtà che ci circonda a ispirare la creatività, che da sola non basta. Se invece fossero gli stati d’animo negativi gli artefici della produttività letteraria, in queste settimane avrei scritto così tanto e bene da meritare il Nobel per la letteratura o almeno il Pulitzer…
        Scherzi a parte, forse è tempo di cambiamenti profondi! Ti scrivo, in merito, una frase di uno dei miei pensatori preferiti:

        “GIRANDO SEMPRE SU SE STESSI, VEDENDO E FACENDO SEMPRE LE STESSE COSE, SI PERDE L’ABITUDINE E LA POSSIBILITÀ DI ESERCITARE LA PROPRIA INTELLIGENZA. LENTAMENTE TUTTO SI CHIUDE, SI INDURISCE E SI ATROFIZZA COME UN MUSCOLO”
        Albert Camus

        Ciao Viandante!

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