January 7, 2009

Neve

La consapevolezza, lo Spirito, scivola giù in strada. Fra le neve. Sembra subito spegnersi, come una sigaretta su un cumulo di bianco nevischio, come un soffio d’alito caldo che si fa largo e scompare nella notte fredda. Eppure, si ritaglia qualche minuto ancora di sopravvivenza. Avanza. Rifiuta il suo destino e resiste. Un passo ed uno ancora, i passi morbidi, nessun rumore a coronare i piccoli successi, i metri guadagnati. Chiudo gli occhi e riesco, con uno sforzo, a non scomparire, un diniego gentile a questo freddo che mi vuole incorporare, che mi vuole seppellire e dimenticare. Rimango e non vengo ricoperto dal bianco, una difformità del terreno dove prima era un uomo od un tentativo. Nel silenzio, nel buio di questi miei occhi chiusi, nascono a poco a poco gli odori. Cammino ancora e le mie zampe baciano la neve, decise. Non so quando abbia perso i riferimenti, sensi nuovi. Un lupo nella neve in orizzonti nuovi. I vecchi riferimenti, scomparsi. Inseguo nuovi sensi, assoluti ed universali, a scavalcare un’esperienza che in questo bosco invernale non mi serve, non posso usare. Alzo il muso alla neve, lascio che gli odori del bosco mi diano un segnale. Mi lascio annusare dal silenzio attorno a me. Riprendo il cammino, guidato da sogni che sembrano sbuffi. Da guide che sembrano evanascenti e posso rendere capaci di resistere ad ogni vento. Le paure le semino nel bosco, dietro a cespugli di more che torneranno a fiorire dove ora sono solo spine. I miei principi, le mie idee. Le mie sciocche superstizioni. Riscopro il valore di tutto questo, lascio riaffiorare i volti. Cammino e non mi fermo prima di perdermi. Dormirò qui, lontano. In balia di me stesso. Dove tu, se ti ricordi davvero di me, saprai trovarmi. Ciò che conta è qui con me, pronto a guidarmi in una nuova avventura.
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