September 20, 2008

K4

Faccio un salto al K4-Bar (il bar interno dell’edificio 4 di questo studentato) e mi ritrovo lì, dove tutti parlano crucco. E mi piace questa cosa di essere in un paese dove sono straniero, avulso. Per una serie di eventi mi ritrovo solo questa sera, a pensare. A guardare gli sconosciuti e vederci  somiglianze con attori del mio passato. La mente corre a tutti i desideri futili accumulati negli anni. O che tali ora sembrano. A tutti i si che ho immaginato di sentire da ragazze cui non ho posto mai alcuna domanda. Agli oggetti che volevo per me, agli obbiettivi che mi ponevo. Non penso allora immaginassi di raggiungere la calma di oggi. Un pensiero si fa strada, il richiamo della fame. Mi sembra tutto stabilizzato qui e adesso. Vorrei nuova incertezza. Rimpiango le serate allo Scruffy’s in cui entravo senza conoscere nessuno e "Keine Anhung" sul che farmene della serata e dopo un paio di Kilkenny mi ritrovavo a parlare con qualcuno o a sfuggire da qualcuna. Un lungo viaggio da solo. Ecco un altro piccolo sogno che potrò un giorno considerare futile. Credo che se lo realizzassi però sarei sopraffatto dall’inutilità del tempo sprecato. Mah… è complesso… e la mia mente volge sempre più al semplice, rifugendo i pensieri barocchi dentro ai quali sono cresciuto.

Comments

1 thought on “K4

  1. Ci si mette sempre di più a spogliarsi che a vestirsi. Ma di solito da’ più soddisfazione. Deve trattarsi di questo, il volgersi alla semplicità, intendo. Buon proseguimento.

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