November 17, 2007

Era

Avverto la mancanza di un qualcosa, nutro la sensazione che stiamo sacrificando alla ragione ed al tepore di mura e certezze troppo di quella che è la natura umana. Il gesto si atrofizza se l’orizzonte nel quale agisce è determinato da calcoli, considerazioni, vantaggi concreti. E’ necessario un altro sguardo per riappropiarsi delle sconfinate distanze che può percorrere un’idea, un impulso. Un sogno, diciamolo senza temere infantilismi. Noi stessi ci siamo lasciati convincere che tutto quello di cui abbiamo bisogno sia in una vita pacata, semplice, ricca di denaro. Abbiamo sacrificato il resto. Sogno un mondo nuovo. Sogno di tornare ad una selezione che non accetta qualsiasi cosa, qualsiasi persona, qualsiasi intenzione. Nel mio mondo non c’è posto per, ad esempio, quei ragazzi che recentemente hanno ritenuto di riprendere il corpo mutilato di una loro compagna travolta da un autobus e che ora si scambiano con orgoglio quei video. Ho bisogno di pensare ad una comunità, non importa quanto ristretta, dove pensieri più alti e la Morale non si ritrovino soffocate dal vuoto totale, dalla mediocrità che ci assale, graffia, soffoca. Che ci ammorba. Non si può accettare tutto, non si può accettare tutti.

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