December 19, 2010

E Misia

E Misia in quel libro. E le parole, e i pensieri. Quel dialogo fra me e me, a cavallo fra notte e risveglio, e ancora notte e svegliati. Quel riassumere la vita, sottolineare i punti critici, i punti di contatto fra me e una realtà che mi gratta via. E fatti forza, e fatti furbo, e resisti, e insisti. E quella continua a grattare. Che dopo un po’ viene il senso di ridicolo, forte, a riderti in faccia indicandoti mentre ti fai grattare via dalla vita. E che fai? Ridi anche se fa male, per non sentirti sciocco, cosí almeno diranno che hai autoironia, che sei un compagnone. Ti daranno gran pacche sulle spalle. E mica puoi sempre stare a lamentarti o parlare delle ferite che si imputridiscoo, della cancrena e di tutte le infezioni che senti aggredirti i tagli, come fossero brecce oramai indifendibili. Svuota le cantine se quelli sono già dentro, che non trovino nulla se non gli occupanti ubriachi. E non è una sconfitta, è un provare a sopravvivere con le unghie e con i denti. O forse si, lo è una sconfitta. Ma alla fine l’aria è satura di questa idea eroica e immolatrice del resistere, continuare a credere, sperare. Il machismo dell’anima, dello Spirito non è più di moda, stona nelle serate fra amici, fra conoscenti, nelle chiacchiere da bar, senza neanche più veli di sigarette in cui avvolgere pensieri, proiettare immagini. I dettagli poi, ben inseriti in un quadro generale, in quel riassunto ad uso e consumo dell’auto-analisi. Sono ancora qui, che sia un bene, che sia un male. Davanti a me lo stesso percorso, un altro giro. E spingi, e spingi,l’idea di base è che qualcosa alla fine ceda, si apra improvviso un passaggio per un percorso in cui gli stessi atti che qui non portano nulla là siano invece la soluzione geniale, la cosa giusta. Perchè io credo che gli atti siano giusti, o non saprei immaginarne di più giusti. È il risultato che è sbagliato.  Il dramma della cosa giusta è che è giusta a prescindere dal risultato che comporta. Questo lo trovo seccante. Vorrei riscrivere la funzione che correla atti a risultati, scelte a sensazioni. E nel frattempo, non so, leggi che c’è da leggere. Torna al lavoro, che c’è da fare. Scrivi, impara almeno.

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