August 28, 2007

Dialogo di amanti infelici

…ma si potrebbe anche chiamare "dialogo fra parti di me", quel che conta è aggiungere la nota dell’autore che apre l’ultima fatica di Claudio, "Notti fatali" e che riporto integralmente adattandosi perfettamente alla bisogna: "Eh, ho fatto un’altra cazzata…". L’ho scritto di ritorno da una passeggiata con Paolone, su una panchina poco illuminata su un taccuino che malauguratamente da ieri mi trascino dietro. Dieci minuti di orrore vissuti da quelle pagine però era anche per scrivere qualcosa di più descrittivo e DEI DIALOGHI. Non scrivo mai dei dialoghi ed ora capirete perché.

"Facciamo l’amore, qui ed ora, all’ombra del castagno" le dissi ma ella ritraendosi rispose "mio signore non posso", "perché?" insistetti nel vederla mordersi un labbro incapace di continuare; dopo un attimo di silenzio riprese "perché ieri al volger del meriggio i vi vidi rotolarvi fra le rose divelgendole. Voi sanguinavate eppure giurerei d’avervi sentito ridere e sospirare" rispose ella tutto d’un fiato per paura che a metà le venisse meno il coraggio a fatica trovato. "Vedete madamigella quello era solo il mio cercare la vita fra le rose, aveste sentito l’odore forte del loro morire graffiandomi la schiena" e prosegui in un silenzio ed uno sguardo vacuo. Lei quel silenzio sentì il bisogno di romperlo e riprese "signore io da dov’ero non sentii profumo alcuno e spaventata fuggii per ripararmi nel giardino appartato che contiene file ordinate di lauri e di ginepri. Lì ripresi il lavoro al filare ed in seguito dovetti recarmi al fiume per lavare la macchia che m’aveva procurato la terra nella fuga dalla scena ch’io prima descriveva ed ora che la potete ammirare tornata al suo brillante bianco vorreste ch’io mi sdraiassi sotto al castagno dove certo le radici nodose che io vedo affiorare mi ferirebbero la schiena", "ma io", la interruppi, "vorrei piangere su di te il mio seme affinché smetta di gridare e non mi sia di disturbo quando andrò al fiume e cercherò un punto dove immergermi e rimanervi". Ella scosse la testa, non capiva. Neanch’io ma questo non mutò affatto le cose.

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