November 12, 2015

Di partenza in partenza, ci si dimentica di vivere la stasi

E così questo blog sta per compiere dieci anni. Non arriverò a 1000 post come speravo ma non mi fermerò neanche così lontano.
Dieci anni non sono pochi: la mia Vita nel mentre è mutata in modi imprevedibili. Penso che se potessi riguardarmi con gli occhi di allora sarei soddisfatto di quanto vissuto e della capacità di accumulare esperienze, di far accadere le cose anche trascinandole per i denti. Fa un poco effetto pensare a quante persone siano entrate nella mia esistenza, mi abbiano accompagnato per un pezzo, lasciato tracce e poi siano scomparse dal mio radar. Amicizie vissute in questa o quella città, magari fondamentali in un periodo, per sopravvivere e scollinare. E poi ovviamente ci sono le amicizie che sono rimaste, magari mutate nella forma: nel modo di vedersi e di raccontarsi. Magari si beve meno e si parla di come si potrebbe lavorare assieme.

E domani parto per Brighton. Parto troppo, troppo presto, per andare a lavorare un week-end presso un nuovo cliente. Ritornerò lunedì sera tardi, con l’ultimo volo da Londra. Così penso al fatto che per qualche giorno gli spazi che sono miei e auto-organizzati saranno molto ridotti. Li ho venduti.

E così mi chiedo cosa me ne faccia io adesso del mio tempo?

Tendo a spendere molte energie nel lavorare a grandi cambiamenti (ad esempio un trasferimento o l’avvio di una attività). Nel tempo di mezzo però rimango come paralizzato. Non so guardare a questo pomeriggio. Sono già con la testa persa ai prossimi giorni, ai programmi a 3, 6 mesi.

Ci devo lavorare.

Nel frattempo programmo un viaggio a Besançon con Mojca e Domen, a Regensburg con Daniele, Claudio e Andrea. Mi piace avere nuovi viaggi nel mio orizzonte. Ma devo imparare anche cosa voglia dire stare fermo. Coltivare sì, ma vivere come viene un pomeriggio di Novembre e tirarne fuori qualcosa.

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