May 23, 2014

Cambiamenti lavorativi

D’ora in poi niente accenti. Sorry about that, tastiera irlandese.

Dunque, mercoledi’ ho iniziato a lavorare in TripAdvisor. Tre giorni nell’ufficio di Dublino, il sabato su un aereo e da lunedi’ lavoro nel quartier generale di Newton, vicino Boston. A circa 7 metri da Stephen Kaufer.

Nel mio precedente lavoro ero circondato da persone sia estremamente intelligenti che persone con cui era piacevole avere a che fare. A questo si aggiungeva la liberta’ di poter esplorare problemi di proprio interesse e le sfide intellettuali. Saro’ sempre grato a chi mi ha dato questa possibilita’.

Anche il nuovo lavoro mi da la possibilita’ di avere a che fare con persone intelligenti e gentili. I problemi che trattiamo sono diversi, io poi essendo all’inizio mi occupo di piccole cose. Che pero’ impattano milioni di utenti.

La vera differenza pero’ la fa il sistema: quello che sta attorno al mio lavoro diretto. Qui sono inserito in un sistema che ti vezzeggia, ti sostiene e ti premia in una maniera che da un lato mi stupisce in maniera clamorosa, dall’altro mi fa rabbia, pensando al fatto che l’ambiente in cui lavoravo prima, non per colpa di chi ci lavora (non di chi fa ricerca almeno), sembra costruito all’opposto, per danneggiarti ad ogni tuo passo.

Al di la’ dello stipendio, dei benefit di ogni tipo (palestra, pensione integrativa, azioni, massaggi, assicurazione viaggio, assicurazione medica, ecc, ecc, ecc) da un lato l’ambiente di lavoro e’ costruito per essere piacevolissimo: dalle pareti coperte da scaffali di snack, alle bevande, al caffe’ offerti dall’aziende, alle iniziative (BBQ all you can eat, eventi di beneficenza, riunioni aziendali in belle sale conferenze, ecc) c’e’ una grande organizzazione e disponibilita di tutti: schiocchi e le dita e il tuo mac e’ contornato da 2 monitor da oltre 20 pollici, magic pad, tastiera esterna. Anche se stai qui due settimane devi venire messo nelle condizioni di lavorare al meglio. Qui basta chiedere, e a volte non serve nemmeno. E’ assurdo, inspiegabile a chi abbia lavorato in Italia. Qui ti devi preoccupare di fare il tuo lavoro, essere rilassato e chiedere: avrai qualsiasi cosa ti serva senza uno sforzo. Quando sono entrato mi aspettava gia un macbook pro ultimo modello. Il capo ha scoperto che ho solo 8Gb di Ram e ha gia’ organizzato perche’ al mio ritorno venga subito upgradato a 16 Gb. Mio sforzo in tutto cio’? Zero.

Andare in missione poi e’ un po’ diverso: non vengo insultato per avere usato un modulo sbagliato (che nessuno si guarda bene dal rimuovere dal sito), non devo anticipare le spese. Ricevo un’email riepilogativa con i dati del volo, dell’albergo, della macchina che mi verra’ a prendere all’aeroporto per andare in albergo. Al mio collega non piace molto l’albero perche’ un po fuori mano? Nessun problema, basta chiedere e veniamo trasferiti allo Sheraton.

Ecco, penso che sarebbe bello avere questo incredibile apparato che supporti chiunque si impegni nel suo lavoro. Un sistema che ti fa sentire sempre apprezzato e importante. Non ci credo, non me ne capacito e a loro pare normale. Mi chiedo se altri sistemi siano costruiti apposta per frustrare la gente, per impedirle di lavorare. Provo amarezza a ripensarci. Non e’ giusto.

Per il resto sono partito lasciando Camille nella casa in cui eravamo appena entrati. Da inizio mese ho dormito in Italia, Irlanda, Inghilterra, Stati Uniti. In questi giorni cammino nella provincia americana, domenica scorsa ho visitato Boston, con il mio collega e una ragazza indiana incontrata in stazione. ‘Sti americani hanno un’ottimismo e una rilassatezza che ti fa passare ogni preoccupazione. Caspita, che mondo strano quello in cui sono finito.

E un po’ mi manca l’Irlanda, anche se al mio ritorno saro’ stato piu’ in USA che in Irlanda. Comunque, come dicono qui, this is pretty awesome.

Meriterebbero poi un capitolo a parte i taxisti pazzi che ci portavano dal vecchio albergo a lavoro. Uno mi ha fatto davvero impressione: raccontava della sua mustang conservata in garage, del fatto che non fa vacanze da 4 anni e che non puo permettersi l’assicurazione sanitaria (cosa per cui lo multano, peraltro), di un viaggio fatto in Irlanda da ragazzo. Sembrava un’icona americana, con quella sua bandana.

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